Quella che vi propongo oggi è la realizzazione di un fantastico Olio Piccante che potrà dare un tocco hot a molti dei vostri piatti 🙂
Nel mio giardino ho realizzato una carinissima aiuola dove ho piantato piante aromatiche e officinali; insieme a rosmarino, salvia, mentuccia, citronella, erba cipollina etc., ci sono tre piante di peperoncino (una di micidiale habanero). Due mesi fa ho raccolto i peperoncini, li ho essiccati, ho passato di conseguenza una settimana a starnutire e ho preparato una decina di barattoli di olio piccante che ho usato come insolito pensierino di Natale 😀
In questi giorni ho notato che le mie piantine oltre ad essere sopravvissute alla prima parte d’inverno hanno continuato a fare peperoncini, quindi sono in piena preparazione di qualche altro barattolino 😛
La ricetta che vi suggerisco di seguito non specifica le quantità di olio e peperoncino, queste infatti dipendono dal gusto personale e dal livello di piccantezza dei peperoncini. Io ho preferito farlo abbastanza leggero visto che mi piace il piccantino ma non mi diverte prendere fuoco mentre mangio 😉
Altro elemento essenziale per il risultato finale è l’olio, io ho usato quello di Mentana, direttamente dalle olive di mamma e papà; lo so, vivo nel Salento e questo territorio è famoso per l’olio, ma che ci posso fare? Sarà per una questione emotiva ma preferisco quello “nostro” 🙂 Tralasciando i campanilismi, l’olio delle mie parti è molto più delicato rispetto al quello salentino che è un olio eccellente ma dal sapore più forte; volevo realizzare un condimento leggero e quindi ho preferito quello mentanese. 🙂
In sostanza nel mio OLIO’ (il nome è idea di Cici 😛 ) c’è un po’ di Mentana e un po’ di Maglie.
Ma ora, bando alle ciance, eccovi il procedimento e mettiamoci al lavoro.
Preparazione lunga ma gusto assicurato e piatti moooolto hot!!
Buona piccantezza a tutti!!! 😉
Olio piccante
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- peperoncini secondo gusto e tipologia
- olio d'oliva q.b.
- barattoli o bottiglie
Instructions
La preparazione dell’Olio Piccante è tendenzialmente semplice ma abbastanza lunga. Occorre inoltre stare attenti a molti dettagli per non renderla pericolosa. N.B. : vedi note sul rischio botulino.
Cominciamo procurandoci dei peperoncini freschi di varia tipologia e piccantezza; è importante sapere quanto sono piccanti per regolarci nella proporzione olio/peperoncino.
Se li abbiamo piantati noi ovviamente è ancora meglio; in questo modo ne conosciamo il tipo di maturazione e la cura avuta nel produrli.
Raccogliamoli dalla piantina e sciacquiamoli avendo poi cura di asciugarli bene con un panno.
Indossiamo dei guanti di lattice, una mascherina (se la quantità è abbondante) e cominciamo a tagliarli a metà, privandoli dei semi interni. Se i peperoncini sono molto grandi possiamo anche decidere di tagliarli a rondelle.
A questo punto, la preparazione ideale vorrebbe i peperoncini stesi ad essiccare al caldo sole dell’estate per alcuni giorni; ma se non abitate al sud o se avete dei peperoncini tardivi come i miei di quest’anno, evitate di tentare inutilmente e rischiare che si rovinino o marciscano e procedete con l’essiccazione in forno (decisamente meglio se elettrico) o in alternativa – se ne possedete uno – utilizzate un essiccatore. Ovvio quella al sole è più caratteristica ma vi assicuro che il risultato sarà comunque eccellente.
Disponiamo i nostri peperoncini su una teglia coperta da carta forno e ben ordinati e distanziati l’uno dall’altro così potranno asciugarsi per bene e non formeranno umidità.
Accendiamo il forno a 45° massimo e posizioniamo i nostri peperoncini in forno, teniamo lo sportello leggermente aperto (possiamo usare un cucchiaio per evitare la chiusura) sempre per evitare la formazione di umidità all’interno.
Questo procedimento dovrà durare almeno 24 ore con il forno ventilato, mentre con il forno statico può durare anche 2 o 3 giorni (si, userete un bel po’ di energia elettrica), durante i quali dovrete rimestare 4 o 5 volte i peperoncini. Per verificare l’essiccazione dovremo toccarli (i guanti mi raccomando), verificare che non rilascino umidità e che si frantumino facilmente. Quando saranno pronti, lasciamoli raffreddare e poi spezziamoli.
Durante le ore di essiccazione possiamo preparare tutto ciò che ci occorre per andare avanti con il procedimento. Procuriamoci dei barattoli o delle bottiglie a chiusura ermetica che ci serviranno per conservare l’olio (meglio se con almeno i tappi/coperchi nuovi) e laviamoli accuratamente.
In una pentola dai bordi molto altri posizioniamo i nostri contenitori; per evitare che, nel corso dell’ebollizione, i barattoli collidano tra loro, possiamo usare un canovaccio di cotone inserendolo tra l’uno e l’altro e lasciandolo all’interno per tutto il tempo. Riempiamo la pentola di acqua fredda e portiamo ad ebollizione, lasciamo bollire per circa 30 minuti e a metà della bollitura aggiungiamo anche i coperchi.
Lasciamo raffreddare il tutto e poi mettiamo a scolare i barattoli capovolti su uno strofinaccio pulito, finchè non saranno completamente asciutti.
A questo punto prepariamo i barattoli e inseriamo al loro interno la quantità di peperoncino che preferiamo, in base al grado di piccantezza dell’olio che vogliamo ottenere; se tra i vostri peperoncini ci sono ad esempio degli habanero o altri ancora più piccanti fate attenzione a non esagerare con la quantità.
Versiamo ora l’olio. Per ottenere un buon risultato è importante che l’olio sia di oliva, di alta qualità e molto limpido; ovviamente il gusto del prodotto finale cambierà molto in base alla tipologia di olio usato: più grasso, più leggero, dal sapore forte o delicato.
Riempiamo i barattoli lasciando poco meno di mezzo centimetro dal bordo, poggiamo sopra i coperchi senza chiuderli e lasciamoli così per qualche ora in modo tale che l’aria salga tutta in superficie. Cerchiamo di fare in modo che i peperoncini siano tutti coperti completamente dall’olio.
Dopo 3 o 4 ore chiudiamo ermeticamente i barattoli.
A questo punto, per un sapore più puro alcuni conservano l’olio piccante così com’è; se però avete intenzione di conservarlo più a lungo consiglio di procedere con una seconda bollitura dei barattoli pieni (come si fa per le conserve) per preservarci ancor di più dai rischi. Per procedere in questo modo, utilizziamo la stessa tecnica usata per i barattoli vuoti e facciamo bollire per circa 20 minuti. Possiamo verificare che siano chiusi ermeticamente e che l’aria sia fuoriuscita, se il coperchio non presenta bolle d’aria all’interno e se pigiandoci sopra, non sentiamo il caratteristico clic clac.
Lasciamo raffreddare i barattoli, asciughiamoli per bene e poi riponiamoli in un luogo buio e asciutto per almeno 30 giorni, avendo cura di scuoterli un po’ ogni 4 o 5 giorni.
Prima di utilizzarli assicuriamoci che il barattolo sia integro e che non siano visibili processi di fermentazione all’interno (in quel caso, buttiamo tutto!!!).
Se viene conservato bene l’olio piccante può durare anche 1 o 2 anni, ovviamente se viene aperto consumiamolo in un tempo molto più breve.
A questo punto, condite pure le vostre, paste, carni, pizze e chi più ne ha più ne metta 😉
Notes
RISCHIO BOTULINO : Oltre alla formazione di muffe, il rischio maggiore nella produzione di conserve e sott'oli è il batterio Clostridium botulinum, un microrganismo che si sviluppa in assenza di aria. Gli alimenti diventano pericolosi se, dopo essere entrati in contatto con le spore, consentono lo sviluppo del microrganismo. Tra l'altro al contrario delle comuni muffe non è visibile e spesso insapore quindi è molto difficile da verificare. L'intossicazione da botulino è estremamente grave quindi dobbiamo utilizzare tutti gli accorgimenti possibili per scongiurarla. E' fondamentale quindi: sterilizzare i contenitori, eliminare l'umidità (per questo motivo è preferibile essiccare i peperoncini), utilizzare utensili puliti, bollire i vasetti pieni in modo corretto e, dopo l'apertura, consumare in poco tempo. Con pochi accorgimenti potrete gustare il vostro olio piccante con la massima sicurezza e tranquillità.